salve
cercherò di essere breve.
Il fatto che nella sua risposta a Grillo lei ribalti l'interpretazione catastrofista che per prima è stata fatta del suo disegno di legge, dicendo "Quando prevediamo l'obbligo della registrazione non pensiamo alla ragazza o al ragazzo che realizzano un proprio sito o un proprio blog"non è una posizione di per se tranquillizzante.
D'altro canto infatti,nella sua lettera a Grillo lei precisa " Siamo consapevoli che, soprattutto quando si tratta di internet, di siti, di blog, la distinzione tra l'operatore professionale e il privato puo' essere sottile e non facile da definire. Ed e' proprio per questo che nella legge affidiamo all'Autorita' Garante per le Comunicazioni il compito di vigilare sul mercato e di stabilire i criteri per individuare i soggetti e le imprese tenuti ad iscriversi al Registro degli Operatori''.
Questo meccanismo che sembra semplice efficente e giusto, in realtà a ben vedere palesa delle falle enormi già da subito: vediamo la composizione delll'agcom
Questo meccanismo che sembra semplice efficente e giusto, in realtà a ben vedere palesa delle falle enormi già da subito: vediamo la composizione delll'agcom
Presidente
Corrado Calabrò
Componenti
Nicola D'Angelo
Giancarlo Innocenzi Botti
Michele Lauria
Gianluigi Magri
Stefano Mannoni
Roberto Napoli
Enzo Savarese
Sebastiano Sortino
Segretario generale
Roberto Viola
Vice segretario generale
Antonio Perrucci
Capo di gabinetto
Guido Stazi
12 elementi in tutto.12 individui che dovrebbero sondare TUTTA la produzione d'informazione della rete.
Anche ponendo di ridurre tale fetta alla sola produzione registrata su domini italiani, si parla di terabyte di dati GIORNALIERI.Servirebberono non 12 ma 1200 persone per stare FORSE al passo con tale massa di dati.
Praticamente stiamo parlando di succhiare fuori l'acqua del mar mediterraneo con una cannuccia.
Le conseguenze immediate di una tale strozzatura sono ovviamente allungamenti dei tempi di supervisione con ovvie ripercussioni sulla certificazione di reati eventuali e la comminazione di pene, per non parlare di altre storture che rendono la legge quasi più grave del reato che essa stessa dovrebbe combattere.
Più in generale la ratio che ha prodotto questa legge, molto in stile anglosasassone, diviene fallimentare in primis quando alla formulazione di principi generici come quello che definisce cosa è un prodotto editoriale (aticolo 2 del DDL) non viene affiancata una robusta interpretazione del legislatore sui vari casi particolari, o una letteratura di sentenze chiarificatrici in tal senso, in secundis quando a tali principi non viene affiancato un organismo funzionale all'analisi di una realtà "editoriale" tanto complessa,dotandolo di MEZZI (leggasi FONDI) necessari ad una perfetta efficienza.
Potrei ulteriormente dilungarmi con una speculazione politica sul perchè di una lgge di tal fatta, ma credo che non sarei il primo, e quindi le risulterei tedioso.
Egregi saluti
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