...Ed io invece continuo
ad essere bruciato dal Blues.
-“Ma le valvole sono tutte
uguali”...però ti do queste.
E chissà come mai.
...e quando il suono
sfonda il muro dell’indifferenza ecco di nuovo il limite del tuo talento..assieme
alla paura. Spalle al muro.
Hai cercato l’onda? Eccoti servito.
REMA
No. Non mi sono spiegato
bene
REMAAAAAA!!!
Dai
tutto.Tutto.Tutto.Tutto. Finchè non sembri un onomatopea. Tutto. Totto.
Hai fatto abbastanza. Hai
fatto quello che volevi? VERAMENTE?
Dai tutto.
Sempre.
...e sentire i suoni in
testa.
Non finiscono mai.
A volte scoppiano come
cani rabbiosi. Oltre la misura di una sensazione, di un emozione. Perchè non si
attenua nulla. Ma proprio nulla. Col tempo non cambia esattamente un
cazzo.
E “I am the Blues” di Willie Dixon
è la summa dell’eleganza, e “Hellound
on my trail”
……………………………………..beh mi spaventa. Spaventa. Come la prima volta
che ho capito di cosa parlava. E come.
...la comunione che c’è
tra una delusione ed un blues è qualcosa che non auguro mai a nessuno. Mi ritrovai
fuori dalla piscina comunale...ma non ero nemmeno tanto incazzato, o deluso. Non
so perchè ma avevo “blues leave me alone”
da “From the Cradle” di Eric
Clapton. Un esplosione. Non pulita. Sporca, rovinosa. Catene che ti lacerano
dentro.
Faceva male. Peggio che se
non l’avessi ascoltata. Come due dita nella presa. Per rendermi conto di quel
che voglio dire ora, mi sono messo a ricercare lo stesso pezzo...ne ho trovato
solo i primi minuti. Non posso dire che l’effetto si equivalga, perchè non c’è
la sorpresa.
Ci sono gli occhi rovesciati ed i denti che digrignano, le lacrime
e tutto il resto. E non è neppure un gran chè, a dire il vero.Poi risali all’originale
di Jimmy Rogers. E sono di nuovo botte. Come al solito. Non si scappa.
Ad ascoltare blues ci si
fa solo del male.
Picchia picchia e non
smette mai. Ma proprio mai.
Quel giorno picchiava più
di altri. Mi freddò in macchina. A differenza dei neri noi bianchi, eccetto
poche mirabili eccezioni, lo suoniamo senza eleganza, solo di muscoli. Ma tanto
bastò.Era una cosa alla Johnny Winter : in pratica schiaffi e calci pugni morsi
e sputi.
I bianchi col blues ci
vanno fuori di testa.
Sono anni e non ci ho
ancora capito un cazzo. E ogni tanto mi ritrovo in mutande. Stamani ho fatto
l’errore di portarmi dietro il doppio CD “hooker’n’heat”. Ascoltare una cosa
del genere vuol dire rischiare costantemente un incidente, se stai guidando.
Ovviamente mi sono piantato su “Boogie Chilen n2”, l’ultimo pezzo. Questa volta
in mezzo al sole ho come avuto la sensazione che le onde di plasma cadessero
dall’alto, quasi che si curvasse il cielo. Ovviamente il cuore in gola...e
uscire troncando l’ascolto..che tanto non è finito mai nulla e si rimanda alla
prossima, facendo finta di non essere attoniti e con gli occhi lucidi, facendo
finta di mischiarsi agli altri, di non essere scossi, di non sentirsi
disarmati.
Il Blues è peccato. E la
musica del Signore, ma si fa peccato ad ascoltarla, perchè ti rende diverso.
Ti stravolge dentro.
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