5ago-per una padania libera

Per quanto dal 1861 l'Italia sia una Nazione, non di meno saltano agli occhi delle differenze macroscopiche nei genotipi, o fenotipi. O semplicemente nei tipi. La piena turistica che caratterizza il periodo estivo sui nostri litorali acuisce all'occhio attento (ma soprattutto astioso) le differenze "etniche". Siamo ancora nel territorio delle banalità affermando che un paese come gli USA ha affrontato problemi di integrazione di scala nettamente superiore a quelli dei partners europei, italiani in particolare. E' pacifico considerare che è più difficile l'ntegrazione tra uno schiavo africano un irlandese ed un italiano, tanto per fare un esempio, piuttosto che tra un veneto ed un napoletano. Sbagliato. Qui viene in mio soccorso l'esperienza, il vissuto. E risaputo che io amo ammantare i miei comenti meschini ed in malafede con una patina di distacco analitico, quasi scientifico: fumo negli occhi per nascondere la mia risaputa meschinità e malafede. Ma le gobbe prima o poi saltano fuori dal paltò, quindi è bene giocare a carte scoperte. Nei secoli chi si è visto immigrare gente in casa ha sempre storto il naso. Da un altro punto di vista (ancora + malenko) il ricco si chiede di fronte all'immigrato sine pecunia "ma chi è che l'è questo terun'?!". Già. Nord=siùr, Sud=terùn. Perchè non l'inverso? Dove c'è ricchezza c'è "nord", ovvio. Pacifico concludere che il progresso quindi si misura col pil ed il benessere col reddito. Sbagliato di nuovo. La cultura, ma non solo quella alta...il latinorum se mi è concessa la citazione (dito medio a chi dice no, tanto il blog è mio), bensì quella che filtra fino ai plebei e diventa il savoir vivre caratteristico di un popolo, a parer mio deve essere rivalutata. Dall'atteggiamento di un ceppo etnico, regionale o semplicemente cittadino, dal minimo comune denominatore delle sue usanze e dei suoi vezzi si deducono tante informazioni interessanti. Ed una conclusione sorprendente. Parlavo di esperienza, di vissuto. avete mai provato a vivere una stagione estiva a Forte dei Marmi? Si lo so, per i puri di cuore e d'intelletto così come per i meschini più incarogniti il verbo "vivere" riferito al contesto di cui sopra è inappropriato: non si può godere un estate al Forte senza l'incapacità totale di intendere e soprattutto di volere, magari indotta da pesanti dosi di antidepressivi, ansiolitici, oppiacei e loro simili. O fucili a pompa con tanto di canne mozze, corredo di munizioni gratis e genocidio depenalizzato. Sono quattro mesi che il vostro gobbuto agente segreto zero-zero-astio spia in GRAN segreto la vita, i discorsi, i modi e la fisiognomica dei "padani" qui in alta, altissima Versilia.Non tanto per scelta quanto perchè compongono circa l'80% dei vacanzieri. Ore nascosto dentro gli ombrelloni e sotto le sdraio mi hanno portato con GRANDISSIMO rammarico a questa scoperta dolorosa. I padani sono evolutivamente inferiori. No, aspetta che lo ripeto meglio. I padani sono evolutivamente inferiori. Inferiori, si.Coi soldi si, ma più vicini degli italiani alle scimmie. Come mai parlare con un napoletano\a o frequentarli, un siciliano idem, mi dà meno problemi di comunicazione? Perchè ci trovo subitamente un certo numero di affinità elettive, foss'anche una sola? L'intuizione definitiva l'ho avuta guardando le femmine padane. Sono quasi tutte alte e snelle. Delle fiche, quindi? Si, almeno una metà si ma...un gradimento minore, una piacenza di qualità diversa. Certe bionde lombarde le ho trovate più simili alle russe che alle italiane. Ecco il punto. L'intuizione si fa parola (astiosa): quella bellezza è più rozza, primitiva. Una terra che ha subito nei secoli mille stupri, ha avuto mille conquistatori e padroni è anche una terra che ha mischiato sangue a sangue, creando per un certo, strano verso sia bizzarre conbinazioni estetiche, sia vere e proprie bellezze. Così Francesca Chillemi, siciliana e miss Italia 2003 a confronto con Cristina Chiabotto, altra miss ma piemontese, sfoggia si una "teoria" delle misure decisamente inferiore, mentre alla prova del look stravince a man bassa. Basta il volto: l'una quando sorride buca lo schermo e fa bucare gli slip, l'altra...fa sorridere. Idem una ragazzina di 16 anni che è al mi bagno, della quale non riuscivo a capire cosa non mi attirasse, visto che è magrolina,si, ma alta, bionda, piedi decenti e seno scolpito da Giotto, finche non ha deciso un giorno di mettermisi a 2 metri sulla destra e scoprirle, quelle gemelle sode, gli occhi negli occhi; in quel caso ho capito meglio dove sta la rozzezza: quella bimba è, come tante sue compari lùmbard, una accozzaglia di parti anatomiche; c'è una ricchezza di coscie tette culi perfetti al nord, ma il rude Po sa solo mettere il tutto assieme. Niente labor limae. In questo caso, come in altri simili la mia reazione è del tutto gonadica. Erano anni che non avevo a distanza di scalpo due antennine ritte ed in fiore sul pizzo di due colline marmoree. La belva ha subito gonfiato il collo e urlato di andare li e dimostrarle nel silenzio rovente dell'atto priapico, con una robusta pioggia fertile, il mio gradimento. E' una delle poche volte in cui concordo col mio cazzo che l'omaggio di una sega sia l'unica strada percorribile, o meglio, l'unica che si è certi verrà compresa inequivocabilmente. Se non si vogliono delle testimonianze solo fisiche, quelle che coinvolgono la sfera comunicativa sono ancora più stuzzicanti. Un giorno una "mamma" del mio bagno, tanto per discutere (come se mi fosse andato di interrompere il bel silenzio che avevo attorno), si è messa a raccontarmi di come l'anno prima i giochi dei suoi due bambini (tantissimi, ovunque, la metà sempre rigorosamente a giro -parlo dei balocchi, ovviamente) non fossero contrassegnati con i nomi scritti a pennarello :-" e ma poi sa l'ho dovuto fare per forza quando un camion di Leonardo-ma sa,bello grosso eh!- per un giorno che non c'eravamo e non l'avevamo riposto è finito chissà come in mano ad un bimbo di un altra tenda; e sa, gliel'abbiamo anche chiesto dove l'aveva trovato, se per caso non e di mio figlio ma niente, diceva solo "è mio è mio" quindi..." bla bla bla. Mi immaginavo la scena di una 40enne che fa il quarto grado ad un poppante. Solo una milanese può pensare che abbia un senso e che sia lusinghiero raccontare una tale cazzata. Un altra volta ancora entrando nel mio solito parco al mattino, mi sono imbattuto nel simpatico volto aggressivo e pronto allo scatto di un pitbull. Senza guinzaglio. Senza museruola. Con una coppia di padroni che alla mia richiesta di un giusto paramento ha risposto nella persona del maritino con un "guardi ma il cane non è cattivo"; alla mia obiezione composta ("e se decide di colpo di esserlo?") seguita dall'indicazione di un cartello grosso così di fianco all'entrata ("cani solo se al guinzaglio"), ha pensato bene di rispondermi invece la mogliettina, con alla briglia un labrador da 4 megatoni "uff, eccole le ferie; ma cavolo, siamo solo noi due e te...proprio a noi devi rompere le palle?". Quando due passi dopo ho capito che quella simpatica considerazione tutta in seconda persona non era verso il marito ma verso me ho reso la pariglia; tornatene a fare i bocchini in piazza San Babila è stata una zingara conclusione allegra. Al di la delle singole boutades, posso asserire che il dialogo tra me e loro, lungi dall'essersi mai instaurato, è bensì stato subitamente frustrato come chi, munito di tamburo, cerchi di comunicare con un sordo che conosce solo il morse. Un minimo protocollo di comunicazione impone una base comune. Se si escludono i discorsi precotti sul tempo e lo stato del mare ("è mosso? posso prendere il patino? ci sono le meduse? come mai ha il bego grosso il doppio di mio marito? Giangi, corri! Vieni a vedere che minchia che c'ha questo! Sembra quello di tuo cugino Umberto!), quando si va a costruire un ipotetica o a far seguire più di un periodo subordinato ad uno principale, cala il buio. Non parliamo di citazioni, fosse anche un film del Banfi storico. Banalmente, in tutto questo tempo di monitoring, di ascolto dissimulato, a volte più semplicemente forzato, inevitabile, solo di recente ho colto una chiave grossa, forse la più grossa, che marca la differenza evolutiva. Mille discorsi, anche allegri, pieni di risa e mai la punta di una battuta vera, di un guizzo dello spirito, di un frizzo o di un lazzo. Tutto un "ho fatto\comprato\detto questo quando ero in quel posto -esclusivo- e tizio invece quell'altro e io gli ho detto "ma dai! Non vedi che se fai\compri\dici quella cosa la..."e, minchia, sono arrivata\o tre giorni prima\ho speso 4 volte meno!". Risate. Ironia, questa sconosciuta. La stessa sensazione che ho avuto nelle lunghe telefonate con una veneta by chat prima del fatidico incontro che ho fatto in modo di far saltare: nessuna ironia. No, non autoironia...figuriamoci.Diovolesse. Sono 4 mesi che vegeto al bagno Alex e ancora non ho sentito fare una, UNA battuta ironica. Lo stacco con quasi tutti i miei amici dalla toscana in giù è agghiacciante. Per non parlare della proprietà di linguaggio che ho scoperto in una ragazzina -chatter di solo 18 anni- della provincia campana: magari gli intoppi sui congiuntivi si equivalgono lungo lo stivale, la capacità di piegare le parole, anche le più semplici, alla volontà -ma meglio sarebbe dire alla voluttà- di un immagine, invece, assolutamente no. Tutta una massa di banali ovvietà e meschinamente astiose generalizzazioni, si obbieterà: concordo -ma non mi arrendo. Il punto è che dalla troia con il pitbull fino all'Umberto nazionale, al Nord, o meglio, nella Padania, serpeggia il malcontento per una nazione con la n minuscola, l'Italia, che quella vera, l'unico autentico popolo, quello nordico, i lùmbard...i Padani, insomma, devono sobbarcarsi sulle mai dome spalle. Ecco la mia proposta, dunque. La stupenda Padania, bella ariana e forte, smetta pure di caricarsi il peso di questa italietta. Già i malfidati romani ai tempi antichi non avevano voluto annettere immantinente la gallia cispadana alla piena cittadinanza romana. che meschineria: ingrati. E' giusto che il popolo al di là del Pò vada verso il suo magnifico futuro da solo. Vai Lombardia, apri le ali...salta...spicca il volo. E vaffanculo. Prego chiunque legga questo blog risentito, se mai capitasse un altro referendum sulla secessione, ma anche sul federalismo Bossi style, di votare SI . Il Signore volesse che ci si liberi finalmente di quei macachi.