Notizie dal ghetto (2011 overview)





Bene
Sulla soglia dei miei 35 anni mi trovo a fare il consueto punto sulla scorsa annata musicale. E come ogni volta che si rispetti, la riflessione si allarga.
Parlando di musica, il conto è facile: per la terza stagione i live sono a quota 90, ma con un aumento seppur minimo dei cachet, ed anche questo anno inizia con un risultato nuovo ed interessante, come la partecipazione nel brano che è diventato, tramite concorsi vari, la colonna sonora del Carnevale 2012 di Viareggio, la mia città.
Volendo potrei chiudere qua, tenendomi un bicchiere mezzo pieno, e sparando qualche "wish" per l'anno incombente, tanto artatamente ottimista quanto patetico.
Ma siamo ai miei 10 anni di musica, o meglio praticamente 10 anni di armonica. Ammetto che la data precisa in cui mi misi a suonare questo strumentino è avvolta nell'oblio: credo mi succeda ogni volta che ho un incontro fatale, di quelli che sembrano un punto ed a capo, non un inizio pagina; confesso dunque che ho deciso senza riscontri di dichiarare questo il mio decimo anno. Tant'è.

...Parlando del pentagramma ed affini, posso con sicurezza affermare di aver capito meglio perchè in questi anni il mio legame col Blues non si sia allentato, bensì abbia messo radici più stabili e profonde.Grazie a questo mondo globalizzato ed alla mia disgraziata Patria, ho scoperto cosa è la "negritudine", ovvero il sentirsi un "negro".


Mi stupii tempo addietro nel leggere una recensione di "the Tuskegee Experiment", in cui il suo autore, Don Byron ironizzava sulla vita del nero americano parlando di "african-american way of life" (mi scuso in anticipo pe le inesattezze formali delle citazioni): perchè un jazzista affermato, acculturato, di estrazione agiata, negli anni '90 faceva questa cinico/amara distinzione?
...con gli anni, crescendo, accumulando esperienze e sopratutto calci in culo, mi sono resoconto che...essere "negro", non attiene ad un colore della pelle, bensì ad una appartenenza o meno ad una etnia, gruppo, casta "vincente".
Credo che il nocciolo della riflessione sia oramai chiaro...
Semplicemente chi non appartiene a "qualcuno" in Italia, non ha la speranza che di raccattare le briciole lasciate dai padroni del belpaese, non senza la doverosa riconoscenza che da quando esiste l'essere umano la vittima deve al suo carnefice. Alternativa ad anni di infruttuosa gavetta sono l'emigrazione...ed a quel punto si ritorna nei panni dei nostri tris tris tris trisavoli, al netto della globalizzazione e delle barriere linguistiche meno insormontabili d'un tempo: chi lascia il proprio paese per necessità lo lascia con una sconfitta in tasca, anche se non personale, e da quella ripartirà ovunque vada. Eccezioni forse ce ne sono, ed è meglio pensare che esistano.



...ed il risultato?
Ecco un esempio: avete presente il festival di SanRemo2012?
[discussione a cena]
"..ma hai sentito quello che ha detto Celentano??"
"...eh?????"
"si..a SanRemo"
"ma perchè..c'è SanRemo?"
[tg la7, Mentana]
"..salve come avrete compreso, dopo lo show del molleggiato.." ecc ecc.
A quel punto, mio malgrado, ero informato dell'ultima polemica in ordine di tempo, prima della prossima, su cui tutti i media nostrali si tuffavano a pesce, ostruendo le orecchie ed anticipando altre informazioni di sicuramente minor importanza. Come la guerra civile in Siria.
...devo confessarvi, al netto di una breve, schietta riflessione sul "molleggiato" degna di un Luigi R., che non riporto per non incappare in facili ed ipocrite querele, che mi sono sentito distintamente, lucidamente,felicemente fuori dal mondo: non è che non sapessi cosa aveva detto Celentano a SanRemo. Neppure sapevo che era in corso SanRemo!
E neanche sapevo della spaccatura vertiginosa della Belen!
Mi sono sentito pervaso d'incanto da una dignità da negro, la dignità del povero che vive nel ghetto, di quelli che si sentono "tuttosommato" fieri della loro essenza negra, distanti millemiglia dal mondo corrotto ed ipocrita dei bianchi: uno di quei neri che non è magari soddisfatto dei propri risultati se paragonati alle ambizioni e che si vergogna dei propri vizi, ma con la certezza di avere pochissimi pesi sulle spalle. Un negro individualista per necessità, visto che gli altri della sua etnia si vergognano spesso della propria pelle, avvezzo a non sentirsi parte di un gruppo fin da piccolo: ai neri era preclusa l'appartenenza al gregge "principale" del Signore...perchè una pecora è bianca..non nera, così come Gesù Cristo era biondo, d'altronde.
A me veniva chiesto più prosaicamente quale era il mio vestito da Carnevale. Il fatto che io non ne avessi per scelta, una scelta di disinteresse verso questa manifestazione, era inconcepibile, e segnava seduta stante la mia diversità.
"tu credi in Dio?"
"...hmm..no"
"nooo...e PERCHE' ??"
...vi ricorda nulla? 


La risposta più giusta che a 35 anni mi viene in mente è "io veramente credo in un teiera spaziale che vive dentro noi e nel cosmo ed ovunque, ci ha creati, ci ama ecc ecc". Credo che B.Russell abbia formulato questo paradosso scherzoso. Magari non esattamente in questa forma (http://en.wikipedia.org/wiki/Russell%27s_teapot ).

...cosa rimane quindi? Rimangono serate a combattere la noia ed il disinteresse quasi imposti d'imperio, facendo qualcosa, cioè la musica live ed in fattispecie il Blues, ritenuti la prima anticaglia del passato (quella non emanata "dall'alto", eh), il secondo una bizzarra curiosità, perlopiù.
Mentre invece è solo il linguaggio del "negro".
Povero, semplice, completo e complesso. Ricco, caldo, divertente e doloroso a volte insieme.
Difficile, anzi, difficilissimo.
Già.

In una serata come quella di metà febbraio il Blues ci ha aiutati a sentirci tutti assieme, nel ricordo di un comune amico che ha detto basta ad inizio di quest'anno.
Vorrei dire che la musica mi ha aiutato ad onorare un mio affetto che se n'è andato a fine 2011. Ma direi una bugia, e me ne rimane il cruccio.
Muddy, B.B. &friends rimangono però, come i brividi a sentire "Country Boy"...e quindi io, noi rimaniamo qua, a suonare la nostra musica, incuranti dei risultati e di chi ci presta attenzione, cercando di affinarci continuamente...e divertendoci molto...molto divertendo chi la ascolterà senza preconcetti o freni inibitori.

Mi lascio il boccone del prete di una coda al veleno....perchè c'è anche la musica dal vivo sdoganata, quella delle grandi platee e dei "grandi autori" italiani. Di quelli che fanno le canzoni contro la fame nel mondo, contro le guerre, contro le doppie punte e la cellulite..tutti molto liberal, ma che si dimenticano di indicare al management che a montare i palchi dei loro spettacoli vogliono personale e contratti adeguati, sicurezza assicurata...anche se questo viene a detrimento dei profitti netti sulla serata stessa.
Poi si trovano un ragazzo morto, ma non sulla coscienza...che quella ci pensano gli amici giornalisti ed i press agent a lavarla in pubblico tanto che lo stesso musicista può cancellare il tour, salvo poi ritrovarmelo in cartellone a qualche chilometro da casa.
Tanto non c'è un concorso di colpa in omicidio, nemmeno una responsabiltà: suvvia...ma dobbiamo fare il pelo a quel giovanotto, quando abbiamo un mostro come il capitano di quella grossa nave da crociera che è scappato dopo averla fatta naufragare, ha ucciso tanta gente..ed è già agli arresti domiciliari?? Quello si che è cattivo!!!
...suvvia Andrea..tu sei un pò invidioso dei giovani. Anche in vezzeggiativo. Vero??

In tutta sincerità sono molto geloso di quei press agents di grido che fanno le fortune delle rockstar nostrali, tanto da invitarle a querelare dei ragazzini, rei di aver ironizzato via internet sul passato vizioso (certificato per vie giudiziali) di suddetti rockers.Invidio chi usa i loro servigi perchè vuol dire essere al di sopra della buona creanza, del buon senso e della dignità in genere, forse anche del rispetto. Vuol dire essere a capo di una tribù adorante che garantisce vendite, ricchezza e visibilità al loro "capo", fintanto che esso incarna i loro "valori" di ribellismo parrocchiale e libero amore col condom. Ed alimenta una confusione che discolpa loro ed ingrassa lui.
Per assurdo confido in Monti: visto quello che ha fatto con l'Enpals, spero che la liberalizzazione presunta della e "dalla" Siae ci tolga, noi che suoniamo musica arcaica, dall'imbarazzo di dover pagare diritti di sfruttamento ad autori dei quali sono spesso vivi forse solo i nipoti, sempre che non si stiano suonando direttamente traditionals od originali , salvo avere poi il dubbio che quei bis nipoti non vedano il becco di un quattrino.

..chiudo dal ghetto elargendo un consiglio: bimbi non ve la tirate e veniteci.C'è pieno di fica ^_*

Nessun commento: