Di "Veline" e politica

Commentare "Veline" ha dato a me ed a Fist un piccolo brivido lungo l'astio. Lungi da noi la semplice trita constatazione di un evidenza condita con i soliti epiteti maschilisti, lo stupore nasce dal trovarci un attimo dopo entrambi, come se nulla fosse, immersi in un discorso politico. Si, perchè l'ultima fatica di Antonio Ricci trova senso solo se spiegata rivoltando come un calzino il " Paese-Italia". Per parlare di "Veline" e delle veline bisogna parlare di Berlusconi. Un bel paragone potrebbe fare al caso nostro, in modo da tirare i nodi al pettine; l'unico programma che mi ricordi abbastanza simile e vicino nel tempo è "Non è la rai" di Boncompagni. Ovvio e sacrosanto che qualcuno, leggendo di un post che si svilupperà in una contesa tra siffatti attanti, preferisca alzare il coperchio del WC e fissare quel che c'è sotto. Capisco ed anzi prometto che vengo anche io dopo aver finito qui. Allora, "Veline" Vs "Non è la rai" 1- perchè?- perchè sono li quelle tipe? Nel caso A (Veline), per partecipare ad un concorso, una selezione; nel caso B (Non è la rai), per intrattenere divertendosi (loro si divertono, il publico si diverte). 2-chi?- chi sono costoro? A: ragazze maggiorenni; B: Ogni età, potenzialmente. In maggioranza ragazzine adolescenti, ma anche ragazzi qualche bambino e qualche adulto 3-quale target? A: per tutti in teoria, ma in realtà per un pubblico maturo; B: per tutti, se si ricorda come passava dalle telefonate dei bambini a quelle delle nonne.
"Non è la rai" era infatti nient'altro che un "contenitore", ovvero un "live show"con spazi che nascevano e si consolidavano solo se sorretti dal gradimento del pubblico, stessa regola valida per i suoi"protagonisti". Chiaro che l'aspirazione a diventare la protagonista spremeva il "pepe" fuori dalle aspiranti primedonne. Vitale notare che questa sotterranea competizione veniva stuzzicata in un clima molto regolamentato e controllato: le ragazze infatti erano ineluttabilmente "in divisa", divisa che poco cambiava tra le "star" e le altre. Ciò è comprensibile considerando che NELR era un programma "all age". Ovvio che se "all age" vuol dire tutte le età, iniziamo a comprendere su quale fascia si posava il "pepe" macinato dal meccanismo competitivo. La trovata era così riuscita che il clima pudico e stolidamente adolescenziale della trasmissione rendeva le boutades sessuelles molto più veraci. Così il giocare con i centimetri di un costume in modo da scoprire un gluteo che si sapeva più sodo delle altre appariva come una brezza pruriginosa, audace, ma mai sporca, soprattutto slegata dal reale interesse di guadagnare i favori della telecamera, magari in maniera stabile. Chiaro che le lepidezze scatenate da NELR non erano e non sono digeribili a ragion veduta; mi ricordo una volta in cui nel clima di gioioso pandemonio che regnava in quel contenitore pomeridiano, 3 o 4 di quelle sgallettate, contando su dei costumi interi ridotti e su delle natiche belle alte, decisero di mettersi a scodinzolare in piscina all'unisono per quelle che furono forse 4 inquadrature. Un mio amico aveva registrato la puntata. Fu la prima volta che trovammo qualcosa di più gustoso di un porno per le nostre priapesche fantasie. In questo calderone adolescenziale quindi il bambino telefonava sperando di poter parlare con X e vincere il premio, mentre la nonna aspettava il cruciverba....ed il nonno invece qualche inquadratura a bordo vasca. Un programma per tutte le età, quindi. Smontando i colorati e chiassosi meccanismi di quella trasmissione si sarebbe facilmente arrivati alla mente di un autore televisivo, Boncopagni per la precisione, in quanto il suo "gioiello" aveva i modi, i"codici" di un prodotto autoriale, e la levigatezza ed efficacia nei meccanismi di cui solo un buon autore è capace: NELR infatti divenne un fenomeno, una moda con messaggio incorporato, un significante, ma anche più banalmente un universo totalmente autonomo che trovava legittimazione e linfa in se stesso, ovvero nei dati Auditel di gradimento (non ricordo a tal proposito di aver mai visto ospiti, sempre rari comunque, al di fuori della sfera dello spettacolo, come giornalisti o politici).
In "Veline" invece assistiamo ad un concorso con delle regole e dei giudici. Già a questo punto la distanza col programma di Boncompagni dovrebbe apparire segnata. Il concorso è "faceto" in un clima in cui è ammessa solo la facezia ( in NELR non erano inusuali esplosioni di pianto e momenti di commozione, anzi spesso "guidati"), ed il divertimento è ad ogni costo e con ogni mezzo che il comune senso del pudore permette alle 20 di sera. Un tot numero di ragazzine molto poco vestite si producono in "stacchetti" che poi verrano giudicati e votati da un apposita giuria super partes composta da improvvisati giudici scelti senza troppo badare ad eventuali "curricola" tra vari ambiti professionali. La prescelta che passerà il turno farà poi semifinali, finali e quant'altro...sino a diventare, se ne avrà le peculiarità, velina. O meglio a poter lavorare come Velina. Appunto lo spacchettare il brand-velina e tirarne fuori i meccanismi illumina meglio della lanterna di Diogene. La differenza tra NELR e "Veline" è di quelle microniche...ma fondamentali, infatti. La "bimba" di Boncompagni era pagata, si noti bene pagata, per fare la comparsa in un contenitore pomeridiano, quindi fondamentalmente se decideva di attirare di più l'attenzione in qualche maniera ciò era da leggere sub specie eternitatis: forse in futuro si sarebbero ricordati di quel culetto così tondo, forse quell'occhio da gatta l'avrebbe fatta notare a qualcuno; nell' immediato però ogni iniziativa personale era puramente gratuita e non preventivata, tanto che ad un certo punto (come accennerò in seguito) gli atteggiamenti troppo provocanti vennero censurati e quindi eliminati. La maggiorenne di "Veline" invece non è pagata: partecipa (forse) con un rimborso spese alle selezioni. Non guadagna ora, ma non importa: l'impotante è esserci, farsi vedere, bucare lo schermo. In questo senso l'ammonimento decubertiano è perfettamente seguito. Se infatti il concorso recita che i posti in palio per quel lavoro sono 2, è pacifico che colei che sia più capace di rubare l'attenzione della telecamera troverà gualmente il modo di entrare nel mondo dorato dello spettacolo. Lunedì sera in quel di Ripafratta davanti ad una pizza io ed i ragazzi della band abbiamo assistito a come una mora intendeva bucarlo, lo schermo: il tastierista non riusciva a credere possibile che non venisse considerata in costume invece che vestita, tanto quello che aveva addosso era minimale. Due sere dopo io invece mi sono imbattuto in scenette da backstage in cui le aspiranti show girls, durante i provini, venivano interrogate su argomenti di cultura generale: alla risposta grottesca, o al silenzio imbarazzato, corrispondeva scroscio di risate. Umiliante...ma Parigi val bene la dignità, specialmente se di quest'ultima non si sa che farsene. Al di là di facili e triti moralismi, è fondamentale notare come il meccanismo del concorso, ovvero della scoperta competizione, porti alla valutazione del premio in palio, del "campo di battaglia" e dell'avversario, quindi alla scelta delle armi migliori. Come scegliere quest'ultime in relazione al ruolo di comparsa fulminea, seminuda ed ammiccante, la velina, appunto? E' astuto presentarsi preparate sulle chiare fresche e dolci acque del Petrarca differenziando l'offerta dalle solte tette&culi, o forse è meglio omologarsi, cercando solo di variare le quantità di carni scoperte? Banalmente, senza ulteriori ghirigori logici si arriva alla conclusione che laddove nel programma di Boncompagni si chiedeva (di massima) alle ragazzine di stare li e divertirsi sotto le telecamere, in quello di Ricci si fa competere un intera generazione di squinzie a colpi (bassi) di intimità malcelate e\o in trasparenza. Allargando la focale del nostro astioso obiettivo, possiamo cercare di cogliere un altro ultimo fattore di differenza che ci porterà di colpo nel cuore del discorso. NELR, da questa distanza infatti appare un programma di chiaro stampo "autoriale", un contenitore che in primis è un divertissement del proprio autore, come già accennato prima; ed il meccanismo in quella trasmissione era tanto funzionante che egli stesso ad un certo punto decise di cambiare la formula e scegliere il conduttore tra le fila delle proprie girls: Ambra, nella fattispececie una ragazzina mora petulante e bruttina. Era un modo per salpare l'ultimo ormeggio e lanciare l'ultima irriverente sfida; NELR non aveva bisogno di nessuno esterno a NERL stesso, perchè NERL era un perfetto organismo autoreferenziale ed autosufficente che avrebbe saputo trovare in se le risorse per alimentare il suo successo. A questa sfida ne venne aggiunta un altra, togliendo piscine varie e quindi ammiccamenti e fuoriuscite "involontarie" di carni. Sarebbe riuscito a sopravvivere il programma a questi scossoni? Boncompagni vinse la sfida, e la sua "creatura" chiuse solo anni dopo. Vi immaginate "Veline" con le aspiranti completamente coperte, magari in jeans? O senza la "giuria" che è li per legittimare un concorso senza quasi regole, quindi molto liberista, che si combatte sul limite del sequestro per oltraggio al pudore? Senza inutili ( e dopo vedremo perchè inutili) moralismi, per capire la natura di "Veline" però bisogna aprire ulteriormente la focale, ed anzi posare propio l'ottica: "Veline" racconta dell'Italia infatti, molto più efficacemente di un quotidiano (e di questo blog meschino). Posiamo il binocolo dunque. Che vediamo? Una generazione di 18enni che, lungi dal Vostro additare come schiava del mito del calciatore e della Costa Smeralda, semplicemente partecipa ad una gara d'appalto. L'appalto in gara è il posto da velina, il requisito è uno solo: la fica. Alt. Qualcuno sente delle risonanze industrialote nelle mie parole? liberismo....gara d'appalto... iniziamo a vedere i contorni della costa, credo. Per farvi scomparire la nebbia mattutina dai suoi monti vi ridomando per l'ennesima volta a trabocchetto: Come mai "Veline", visto che siamo in fascia protetta alle 20, non viene denunciata alla commissione di vigilanza et indi chiusa o quantomeno sanzionata? Di più: come mai ai tempi il programma di Bomcompagni venne sommerso di critiche (la mossa-Ambra servì anche come risposta ed esse), pur non esistendo allora gli organi di controllo odierni ed il concetto di "difesa dei più piccoli" in tv, e dovette auto-regolarsi, direi quasi auto-censurarsi, mentre quello di Ricci veleggia indisturbato nella fascia oraria "verde", quella più protetta di tutte? Cosa è cambiato da allora a ad oggi? Bene, i contorni che vedete sono quelli della bedda Sicilia. Eccoci, preparate il mezzomarinaio. Allora c'era un editore, tanto per svelare l'arcano, Tale Sivio Berlusconi, un autore, di cui già sappiamo il nome, e al di sopra tutte le autorità di controllo dell'epoca...risalendo di potere in potere fino ad arrivare al padrone del vapore, il Presidente del Consiglio. Oggi esso è un tale di nome On. Silvio Berlusconi, che ha potere di nomina dell'authority delle telecomunicazioni, la quale vigila strettamente su quello che fanno gli editori televisivi, il più potente dei quali e quel tale Silvio Berlusconi di cui avevo brevemente accennato prima. Come avrete finalmente capito siamo all'approdo. Tirate le gomene d'attracco: per parlare di Veline bisogna parlare del Cavaliere.

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