Vademecum del chatterista

Sorciniiiii!
Viva la fica, tanto per cominciare
Bene, oltre al Prae scriptum faceto bisogna aggiungerne uno serio, una captatio in cui premetto di essere io per primo un chat-dipendente, di non riuscire a farne a meno, di aver toccato ogni tipo di fondo telematico ed a volte di toccarlo ancora. Quindi so di cosa parlo e non me ne lavo assolutamente le mani.
Conoscendo dunque bene il letamaio della web-community mi voglio permettere di stilare uno scherzoso, a tratti sentenzioso ma soprattutto astioso vademecum.
Per principiare intanto tiriamo la qualche assunto a mo di pugnalata nelle terga.
Il modo per vivere in maniera sana la chat è viverla pochissimo – E si, la chat è un modo per aumentare il proprio bacino di conoscenze che altrimenti, per la maggioranza almeno si limiterebbe agli abitanti della propria città, al massimo della propria provincia. I rapporti necessitano di conoscenza e la conoscenza di frequentazione. Quella elettronica è un accettabile surrogato di quella reale. Al di là di questo però, la sua utilità si esaurisce.
Il modo per vivere in maniera sana la chat è viverla come se non ci fosse – se la chat serve ad ampliare il proprio bacino d'utenza et indi le nostre “possibilità” , per far si che esse siano veramente tali bisogna che, agganciato il pesce all'amo, poi si richiami la lenza: se già tirare su il pescato e ributtarlo in mare (dicasi “pesca sportiva”) sa di crudeltà, il farsi tirare amo, lenza, canna, starlights e pescatore tutto in acqua sa di ridicolo, e comunque inutile. Il Sarago va mangiato, il “chatter” incontrato (e mangiato, se non risulti indigesto).
...Ad onor del vero questo Vademecum potrebbe finire anche qua. Si perchè la “magia” della chat è talmente povera e banale che le 2 regole sopraenunciate bastano e avanzano come stelle polari per orientarsi nella notte elettronica.
Mi si obietterà che i due assiomi da me partoriti (nel dolore) sono banali, travianti e completamente indifferenti alle sfaccettature del “web-comunicare”. Giusto. Delle cosiddette sfaccettature si può parlare in maniera faceta; ed è l'unica maniera sensata. Bisogna rendersi conto che, se le profondità caleidoscopiche del chattare possono essere golose per chi studia psicologia, per tutto il resto del mondo la chat e l'”instant messanging” dovrebbe essere qualcosa di analogo ad un videotelefono, ma decisamente meno costoso.
Ovviamente col condizionale si aprono le porte del pantano telematico.
La distanza, la forbice tra teoria e pratica è infatti immensa, tale che quasi non si parla della stessa cosa. E questo in ragione della sostanza e delle possibilità tecniche, quelle presunte soprattutto, che distanziano internet ed il suo “interfacciarsi” da tutti i mezzi precedenti tanto quanto il teletrasporto dalla biga.
Sul web si gode di un anonimato sostanzialmente assoluto, combinazione di privacy vera e propria e di convenienze calcolate. Un anonimato coperto da una naturale comoda omertà che si trasforma in impunità quasi sempre ( non credo che un malato mentale che si spaccia per trans senza esserlo riceverà mai la visita della polizia postale per aver rubato foto di un transessuale vero da spacciare come proprie, e per truffa ai danni del povero lurido triste porco che voleva fare giochetti con un ladyboy e che lo avrebbe dovuto denunciare. Chi vuole la patente ufficiale di “povero lurido triste porco”, eccetto me?); gli esempi del contrario, di chi si ribella sono circoscritti di solito a reati odiosi come la pedopornografia e sopratutto non singoli ma cumulativi, con un trend di vendita (che genera visibilità e rintracciabilità), dei consumatori , dei “produttori” e delle vittime innocenti. I casi in cui la denuncia parte da tizio contro caio sono rarissimi come le perle di Labuan; non troppo tempo fa un padre, nel cogliere la propria figlia, una 15enne, nell'atto di spogliarsi davanti una webcam, sporse denuncia (credo) per circonvenzione di incapace verso lo “spettatore” dall'altra parte del monitor. Un particolare però va espresso, di fondamentale importanza: questo coraggioso papà è mussulmano. In quasi tutte le altre occasioni in cui si ripetano scene simili e non ci sia l'etica fortissima dell'Islam a indicare torti e chiedere riparazioni, il genitore che scopra la propria prole indaffarata col proprio organo sessuale contro un obbiettivo digitale conclude che ha generato una zoccola/un pipparolo, conclusione seguita a volte da punizioni educative, quasi mani da denuncie.
Seriamente parlando, l'analisi dei meccanismi di fuga, spersonalizzazione e proiezione del proprio SE nella volta inane di internet è ben descritto in ogni trattato che parli della I.A.D. (internet addiction disorder :
http://www.dipendenze.com/nuovedipendenze/internet.asp per una breve ma esauriente spiegazione - il Vostro è radiografato perfettamente al punto sette). In questa sede mi voglio limitare ad indicare come fondamentale la comparazione tra l'uso smodato della rete e l'assunzione di sostanze psicotrope. Per comprendere decentemente i meccanismi dell' internettista e del chatterista in particolare, è infatti fondamentale affiancare alle furbizie dell'anonimato e dell'impunità, l'enorme leva fatta dal piacere, che i “successi” raccolti su internet ci danno e ci amplificano.
Questo coacervo di meccanismi si fonde dunque sprigionando un Big Bang multimediale che genera un vero e proprio universo parallelo in cui, come in un famoso gioco online, si vive una seconda vita.
Considerando le due regole espresse all'inizio, però, risulta chiaro come sia impossibile, declinando quei due comandamenti, finire col vivere un esistenza virtuale.
Da ciò se ne deduce in primis come siano veramente pochi quelli che vivono il web in modo sano, et in secundis come la “second life” suddetta sia una lunga e dolorosa bugia che non genera niente di buono se non per i proprietari dei supporti informatici dove essa si svolge ed i loro sponsor.
Approposito delle vite parallele, dunque, sia detto quanto segue:
A- niente illusioni, please -ricollegandosi a quanto esposto sulla I.A.D. nel sito sopraindicato, ed alle mie tesi esposte con le “leggi del disincanto”, chi spende energie nel costruirsi un mondo virtuale, è perchè ha qualche problema nel vivere quello reale. Tradotto: poste le dovute miracolistiche eccezioni, le principesse non lo accendono il pc, mentre la baraccopoli degli scarti è sempre connessa. E chattante. Di più: sempre con le dovute rare eccezioni, in chat non si trova nessuno di completamente sano. State sicuri/e che un difetto, nel 90% fisico, tale da averlo fatto precipitare negli “scarti”, lo si scova sempre.
O forse è la volta che il rospo fortunello ha trovato la principessa.
B – dato il punto A, se ne deduce che
B1 – Non sperate nel sesso. Riconduciamoci per un attimo al parallelo internet/sostanze psicotrope. Un effetto noto e forte di queste sostanze è quello dell'abbattimento del desiderio sessuale. Le pulsioni sessuali sono legate alla carnalità, quindi quando questa viene narcotizzata e rimane solo una mente protesa al Web, le possibilità di suscitare un interesse che vada al di là del mondo virtuale è quasi nulla.
Entrate in una chat che permetta di costruirsi un profilo: ora guardate bene i tempi e le abitudini; chi ha un profilo da più di un anno e sopratuttto entra regolarmente in chat per almeno un ora al giorno è probabile che sia già affetto da I.A.D. A questo punto decidete se quel bel tipo/a vi piace lo stesso e se ci volete provare liberi di farlo, ma dimenticatevi ogni possibile coinvolgimento reale: il “cyber sex” per quella persona è quello vero e rispetto ad esso ha la stessa importanza, se non di più , ma senza i noiosi inconvenienti di una frequentazione reale. Oppps! Volevo dire fisica. ^__^
B1 comma2 – siate accorti (abbiate culo). I più svegli di voi già avranno letto il rovescio della medaglia nel ragionamento di cui sopra: se i tempi sono direttamente proporzionali ai guai, nel web ed in chat in particolare, una persona che è dentro da poco e che comunque non sta dentro a giornate sane forse è abbordabile, con buona speranza di successo. Vero, bravi. Il Vostro ha avuto gli ultimi incontri con chatteriste proprio attingendo da questo ristretto bacino. Ovviamente anche altri indizi rivelatori di compulsività varie sono senza dubbio da tenere d'occhio, per primi i “feticismi grafici”: una ragazza che usa il telefono per procurarsi incontri lo terrà forse pulito, ma non si curerà dell'aspetto del telefono stesso mai quanto della sua perfetta efficienza, semmai, in quanto esso è uno strumento. Il giorno che vedrete una cornetta intarsiata di diamanti o con fini disegni all' uniposca sopra (ma vogliamo parlare dei pendagli che si illuminano quando il cellulare squilla?), saprete che siete di fronte o ad una grande artista, o ad una disperata feticista che vive la sua vita con un orecchio alla cornetta, sempre sul divano come il suo gatto. Che la schifa. Alla stessa maniera un profilo con una foto, anche una sola, e poche righe scritte raccontano di una persona che ha poco tempo da perdere con il “ricamo” digitale probabilmente perchè il suo mondo reale lo coinvolge più di quello virtuale, e quindi è un ottimo bersaglio. Pensate che in una famosa chat sono arrivati a coniare il titolo di “chat fidanzato/a” e di “chat sposi”! Bleah!
B1 commma3 – no amicizia? No party!- evitate come la peste coloro che “vogliono solo fare quattro chiacchiere”. “non vogliono contatti in privato”,” vogliono solo farsi amicizie”,”Sono qui solo per stare un po' con gli “amici”. Potrei citare il famoso programma della De Filippi ed ironizzare su come quei ragazzi siano tutto meno che “amici”. E convivono “tete a tete” per mesi. L'amicizia è un sentimento profondo, sottile e nobile che si nutre piano piano, di giorno in giorno con la frequentazione ed il confronto; quest'ultimo è talmente importante che anche quando scade nello scontro non fa che fortificare la pianta del rapporto amicale. Che razza di bonsai mal in arnese potrà nascere e crescere in un ambiente come quello delle chat in cui se la conversazione minimamente non ci aggrada più possiamo scomparire, bloccare chi non ci va a genio o rientrare completamente sotto altre “spoglie” un attimo dopo, come se nulla fosse? Il manto ipocrita dell'amicizia nasconde l'estremo rifiuto della sfera sentimental/sessuale: chi si nasconde sotto quella corta coperta, difficilmente offrirà qualcosa di più profondo di una pletoria di facete banalità sempre sincerandosi di essere sotto gli occhi di tutti.
C - al primo incontro il contatore torna a “zero” - bisogna considerare ogni primo incontro come se fosse alla cieca. Mai appoggiarsi a “prove” come foto o webcam, perchè l'incontro avviene nel mondo reale e , superate tutte le intemperie di quello telematico, ora dovrete affrontare quelle vere, e sopratutto i giudizi, il feeling a pelle...quindi la super-bionda che avete visto in foto potrebbe dimostrare 10 anni di più o avere una tale miriade di difetti inimmaginabili che vi faranno freddare all'istante, mentre il moro bonazzo potrebbe risultare un emerito fesso dal vivo.
C1- chi si accontenta gode – mettiamoci l'anima in pace: esame di coscienza e sguardo allo specchio; se siamo come il poster che prima nascondeva il vetro, allora lanciamoci senza tanti timori all'attacco di quella puledra mozzafiato che ci fa morire; se non possediamo ne poster ne specchio, ma sopratutto ce ne fottiamo, molto meglio, vuol dire che abbiamo raggiunto il Nirvana e crediamo nei nostri mezzi. E per la puledra di prima non c'è scampo...In tutti quei casi in cui subentrino “se”, “ma”,”forse” e un gran numero di calcoli, sarà il caso di “abbassare la cresta” ed entrare nell'ottica che la gamba storta non è un peccato, la chiappa bassina pure e l'occhiale “a fondo di bottiglia” (qui oso citarmi, modestamente) non è sinonimo di figli ciechi. Ricordiamoci sempre che la chat non è un isola felice, ma solo un riflesso opaco del mondo reale. Esempio: proviamo ad entrare in una di esse con tanto di foto (non troppo nostre) “ad hoc”, nei panni di una gran figa, e vedrete come una moltitudine di ratti, senza pudori di sorta, si lancerà in commenti pesanti ed in corteggiamenti mirabili nella loro breve chiarezza; ora uscite e rientrate fingendovi un cesso (spero dobbiate fingere), e vedrete come su di voi tanti scaricheranno le loro frustrazioni. Senza tirare la catena.
D(ulcis in fundo) - le chat vanno sfruttate – una chat non moderata è un porto di mare dei peggiori o la più lurida bettola in città. Quindi se vi va di scorreggiare, fatelo: siete nel posto giusto! Guardate una chat, osservatela, soppesatela, leggetene le regole e poi guardate fin dove potete spingervi. Un luogo dove ogni volta che entrate non venga richiesto un qualche tipo di documento è proprio quello in cui potete entrare, liberare tutte le goliardate che avete in mente finchè non venite presi e buttati fuori, per poi rientrare con un paio di baffi finti e ripartire da capo. Sine cura.
L'unico limite che vi consiglio di darvi è quello della vostra etica ( dire coscienza mi intimorisce) e buon secondo quello dato dalla consapevolezza che ogni tanto nel suddetto luogo si trova il metronotte. Raro come la neve d'Agosto, ma succede. Le storielle di quegli arresti che ci fanno sbottare sicuri “a me non succederà mai!” sono grottesche, ma mai quanto quelle del tizio che pur conoscendole diceva con tanta sicumera “ a me non succederà mai!”. E finì in manette.
Quindi nella piena consapevolezza di quel che fate, godetevi le meraviglie del web-pantano.
Per raccontarne un ultima ed anche delle meno sugose ( è finita l'estate, bisogna mettersi a dieta!), accadde che il Vostro in una chat di quart'ordine agganciasse un fesso spacciandosi per una nota modella (notissima nel web, si badi bene!), facendosi addirittura chiamare sul cellulare
“pronto, ciao, sono...” fa una voce impostata, da macho
“si chi è?” risponde calma una la voce maschile del Vostro
“ehm..eh, sono x” palleggia a fatica il gancio, tirando un nome a caso
“mi scusi ma...chi le ha dato questo numero?”
“eeee... y.. una mia amica”
“ah. Siccome anche mia figlia si chiama y...ed è senza cellulare..forse inizio a capire”
“eh si infatti...mi scusi comunque mi scusi ...” incantato sul mi scusi come un disco rotto a cui va sempre più via la voce.
“ no si figuri...avevo parlato chiaro a y su questa cosa..vabè me la vedrò con lei stasera”
“..scusi, mi scusi,mi scusi... ah ..ok..eeee.. devo cancellare il suo numero?”
“preferirei, grazie” chiudo lapidario. Mai più sentito. La sera stessa il mio “alter ego” Y lo contattò dispiaciuta per l'equivoco, pronta a profonde scuse, ma X, vero gentiluomo, fu splendidamente comprensivo. Alla fine miss Y e gonzo X fecero pure la pace – torna sempre comoda un amica fica ^_^

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