lettera per il Signor Giampaolo Pansa

Salve signor Pansa
Sono un 30enne toscano. In vacanza ho letto il suo libro "l'utopia armata ".
Precedentemente aveve letto il testo di Rao"la fiamma e la celtica".
Naturale che li abbia messi a confronto.
Soprattutto per cercare di capire come mai in italia uno scrittore relativamente poco conosciuto come Rao riesce a produrre un analisi del neofascismo di esemplare chiarezza,non priva di slanci narrativi ma sempre permeata da grande lucidità ed efficacia, mentre una grandissima firma del giornalismo come lei, coinvolto così da vicino nel mondo dell'estremismo di sinistra , produce una specie di romanzo di appendice, un soggetto che per assurdo pare calzare a pennello per uno di quegli sceneggiati tv che inquinano rai e compagnia bella.
Ci sono i buoni e i cattivi.
I buoni sono intelligenti, sensibili,probi, ed ovviamente belli.
I cattivi beh... Devo continuare ?
La cosa che più mi stupisce è che in oltre 300 pagine di testo non ci sia una seria riflessione sul perchè.
Perche un professore universitario, un buon operaio,un medico ecc. Decidono di buttare le loro vite e gettarsi nel pozzo di un avventura pazza come l'eversione armata .
Per noia?per disperazione ? Per arditismo? Certo... Anche.
Le persone hanno dei motivi per quello che fanno, e soprattutto agiscono quasi sempre in reazione a qualcosa che vedono o subiscono .
Perché non ho trovato nemmeno una minima riflessione sulle motivazioni , sulle cause ,tanto più che l'ultima revisione del testo è del 2005.
Ecco... In questo nuovo millennio, che motivazioni una persona, uno come me potrebbe trovare per avvicinarsi all'eversione ?
Personalmente non ho vissuto la stagione delle B.R. e gli anni di piombo,però ero abbastanza grande quando sono avvenuti gli omicidi Biagi e D'antona. Come mai non ne fa accenno nel suo libro? Sarà mica perché agli occhi di lettori giovani è facile dipingere un Calabresi come un principe tra gli uomini, mentre le è impossibile farlo per i due sopracitati?
Difficile far bere ad un precario la favola del funzionario innocente che produce con solerzia ma senza malizia una legge che nel giro di pochi anni ha tolto a noi giovani ogni speranza di costruirsi un futuro .
Ok è chiaro poi che se non fossero stati loro due lo avrebbero fatto altri. Quella riforma in realtà ci allinea col mondo del lavoro anglosassone, ovviamente col"correttivo" all'italiana:nei paesi nordici il precario, proprio perchè tale, viene pagato di più . Da noi il contrario ...ma i poveri Biagi e D'antona che ne potevano sapere di questa degenerazione ? Loro erano solo due tecnici .
Ovviamente ora sono due martiri
come vuole la prosopopea.
Facile, molto facile.
Io ancora aspetto un intellettuale coraggioso che analizzi freddamente le motivazioni degli anni di piombo e ne dia una chiave di lettura dei tempi attuali.
La lascio con un ultima domanda.
guardi l'italia oggi: secondo lei come è messa rispetto a quella in cui si svolsero quei fatti sanguinosi?
Quanto ci vorrà prima che le armi tornino a sparare ?

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